Dr. Alessandro Biscotti
La malattia nell’Adolescenza: Crisi e ricerca di normalità
L’adolescenza è una fase della vita che riveste di una importanza cruciale nello sviluppo dell’identità. Essa infatti si pone come un periodo di cambiamenti, ormonali, biologici, fisiologici, ma anche un momento di sperimentazione di sé, in cui le differenti esperienze rivestono un ruolo fondamentale nello strutturare come ci sentiamo, come ci percepiamo e come ci vediamo.
Proprio per la natura mutevole e di intrinseca instabilità, numerosi fattori possono venire ad essere fonte di rischio per la maturazione e la strutturazione di una identità personale che sia soddisfacente e che porti al benessere. La diagnosi di una malattia cronica in adolescenza, anche se non eccessivamente invalidante, può essere un ulteriore fattore di rischio per lo sviluppo dell’identità personale.

La Malattia come Mancanza di Normalità:
Nell’adolescenza la possibilità di avere una quotidianità di libero accesso alla normalità (poter fare quello che fanno gli altri, poter mangiare quello che mangiano gli altri, poter vivere le esperienze che vivono gli altri) riveste un ruolo cruciale. L’adolescenza proprio per la sua natura mutevole, genera instabilità. La possibilità di accedere ad una quotidianità percepita come normale, aiuta l’adolescente a nutrire un senso di stabilità in una fase della vita che di per sé viene vissuta come instabile.
Ricevere una diagnosi di malattia cronica o rara può produrre necessità di cambiamenti di abitudini, a volte anche incompatibili con una quotidianità che viene percepita come normale o accessibile a tutti. Questo può andare ad essere un ulteriore fonte di frustrazione per il ragazzo/a, poiché percepisce questi cambiamenti come un ulteriore fattore di instabilità personale.
La Malattia come Differenza rispetto agli altri:
l’adolescente che riceve la diagnosi di una patologia medica cronica, vive spesso la malattia come un segno di differenza rispetto ai coetanei. In un momento della vita dove il sentirsi parte di un gruppo o nel percepirsi alla pari rispetto agli altri riveste un fattore centrale rispetto alla propria stabilità personale, la diagnosi di malattia acquisisce un significato di distanza nel rapporto con l’altro.
L’adolescente vive la malattia come un qualcosa che lo rende strano o diverso agli occhi dei coetanei, questo rischia di portare a comportamenti di isolamento ed evitamento. Spesso si preferisce evitare il contatto con i coetanei per paura del giudizio, reale o solo percepito. La diagnosi qui assume caratteristiche critiche, che minano la già precaria sicurezza nelle proprie possibilità o capacità di stare a proprio agio con gli altri.

La Malattia come segno di un corpo strano o diverso.
Alcune malattie presentano segni visibili con il corpo. In un momento della vita ove l’identità personale è spesso legata a come viene o può essere percepito il proprio corpo, i segni ed i sintomi della malattia possono portare a vissuti di vergogna e preoccupazione, ove il corpo viene visto in quanto potenzialmente poco gradevole, un corpo per così dire difettato, che si accompagna a sentimenti di inadeguatezza e di discomfort, e che porta ad una costante preoccupazione a come si viene o si può essere percepiti.
La Psicoterapia nell’adolescente con diagnosi di malattia, può aiutare il ragazzo a ristabilire un senso di sicurezza, rispetto al rapporto con il proprio corpo e con lo stare con l’altro. Inoltre in un periodo storico ove la ricerca della propria identità personale assume connotati così critici, un percorso strutturato aiuta l’adolescente a scoprire nuovi modi di sperimentare la propria identità senza che questa venga eccessivamente influenzata dalla malattia.